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Immagine del redattoreIlaria Scotti

Visita al Castello di Montechiarugolo


Anche a voi piacerebbe vivere in un castello?

A Montechiarugolo si può. In questa rocca a pochi km dal confine tra Parma e Reggio Emilia un'area è ad uso privato. Il resto è possibile visitarlo, dalle sale alle camere, passando per passaggi segreti nelle torri alle terrazze panoramiche vista fiume Enza, ponti elevatoi, giardini ben curati e molto altro.



La struttura venne inizialmente costruita sui resti di un vecchio castello distrutto nel 1300 e mostra l’impronta quattrocentesca conferitagli da Guido Torelli, condottiero dei Visconti e padrone del feudo di Montechiarugolo nel 1400.

L’impronta gentilizia di questi saloni si deve soprattutto alla volontà di Pomponio Torelli (1539-1608); colto letterato, amante della poesia e della pittura, fu senz’altro il principale ispiratore dei cicli pittorici contenuti nel castello.


Dalla corte interna del castello si entra nel vasto salone rettangolare, detto delle feste, se alzate lo sguardo vedrete un ciclo di affreschi seguiti da tre grandi stemmi quello di Papa Pio V, prozio di Isabella Monelli, moglie di Pomponio Torelli, quello del Cardinale Agostino Trivulzio e quello del Cardinale Michele Monelli, anch’essi imparentati con la casata dei Torelli.

Proseguendo per le stanze si entra nella Camera Antica e successivamente nel loggiato, parte molto apprezzata. Quest'angolo ha una particolarità: avete fatto caso che entrando nel castello non si sono fatte scale ed è tutto in piano? Ora affacciatevi al balcone del loggiato, alto lo stacco dal suolo vero?

Questo punto, a favore del castello e della famiglia sul lato difensivo, è dovuto all'affacciarsi del castello sul fiume Enza.




La parete è decorata da vari stemmi tra cui il biscione visconteo. I vivaci colori quattrocenteschi, ha reso possibile rileggere ampie parti di un vero e proprio diario storico degli avvenimenti avvenuti in loco. In queste descrizioni si possono ripercorrere le vicende della vita di corte.




Si legge per esempio che il 10 ottobre del 1491 Barbara Torelli partì da Montechiarugolo alla volta di Pisa per andare in sposa ad Ercole Bentivoglio.

Molto suggestiva è anche l’iscrizione che testimonia il passaggio nel 1594 del Duca Ranuccio Farnese “alla caccia del cinghiale nei boschi di Montechiarugolo”.

Appena usciti dal castello, ritornate nel cortile interno e passate attraverso un portone, attraversate delle scale molto ripide e percorrete i camminamenti delle torri per scoprire angoli nascosti: è un castello senza un fantasma o una leggenda?


Si narra che il castello venga protetto dalla Fata Bema giovane fanciulla, nata verso la fine del Cinquecento, buona, bellissima e dotata di poteri magici.

Bema giunge a Montechiarugolo nel 1593 quando allestisce un piccolo palco per la predizione del futuro al quale si avvicinano gli ospiti del maniero. Tra essi si trova anche il Farnese, noto per il carattere cupo e superstizioso, viene attratto dai poteri della giovane.



Dopo un primo momento in cui Bema riceve l’appoggio del Duca attraverso un salvacondotto per circolare liberamente nel territorio farnesiano, Ranuccio, vinto dal timore di essere ammaliato e manipolato, decide di liberarsi dell’indovina facendola rinchiudere nella prigione della Rocchetta.

Una lunga e dura prigionia attende la fata che allo stremo delle forze viene però liberata a furor di popolo. Rientrata a Montechiarugolo la Bema è assunta presso la corte dei Torelli per la gestione domestica.

La fanciulla e Pio Torelli, figlio dell’illuminato Pomponio e di Isabella Bonelli, finiscono per innamorarsi. Ma sapendolo un amore impossibile Bema non asseconda il cuore, e rifiuta Pio che viene mandato dal padre a terminare la sua formazione presso la corte di Parma. Sono i momenti della presunta congiura contro Ranuccio Farnese, il quale temendo la potenza dei numerosi e potenti feudatari del ducato inscena una congiura contro la sua persona.


Il 19 maggio 1612, gli arrestati, compreso Pio Torelli vengono decapitati davanti al palazzo di Giustizia di Parma, in piazza Grande. Il castello di Montechiarugolo è occupato da una guarnigione ducale e Bema, disperata per la morte di Pio, si rifugia in una piccola casa nei pressi del castello, occupandosi di dare aiuto a poveri e bisognosi.



Questa è la storia della buona e bella fata Bema che, dalla morte ad oggi, torna a manifestarsi nel castello il 19 maggio di ogni anno per piangere il suo amore perduto così tragicamente.

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