Monza, da pochi anni diventata provincia, ha sempre avuto il suo fascino nel mio cuore. Ad una decina di km da casa mia è una vera e propria cittadina, col suo centro storico, uno stadio, un magico parco, uno splendido circuito e tanto divertimento.
Partiamo con uno dei luoghi più famosi non solo in Italia ma anche nel mondo: il circuito. Collocato nell’immenso parco di Monza è conosciuto come tempio della velocità. Costruito nel 1922 è uno dei punti di riferimento per gli sport a motore.
È il terzo circuito al mondo dopo quello di Indianapolis e Brooklands ma a differenza di questi e molti altri mega circuiti ha la sua sopraelevata, unica al mondo, dove sono state scritte pagine di storia nel mondo dei motori. Da parecchi anni si svolge il gran premio di F1, fortuna a cui ho potuto assistere per ben due anni di fila, il venerdì nelle prove libere. Esperienza magnifica, avendo Pass per Paddock, corsia box e il mio stand proprio sopra all’uscita della corsia box, ho potuto godermi pienamente questa esperienza del rombo del motore di queste spettacolari vetture.
Ho avuto l’occasione di vedere da vicino queste macchine, osservare nel loro box con tutti i macchinari, meccanici all’opera e piloti intenti a osservare le strategie da tenere. Una delle sorprese riguardo ai piloti l’ho avuta nel box della Red Bull (ai tempi Sebastian Vettel correva con loro) quando inaspettatamente osservando la sua vettura me lo sono trovato a fare la stessa identica cosa che stavo facendo io. Dopo i saluti di rito me ne sono andata senza disturbare contenta della mia piccola esperienza.
Passeggiare sia nella corsia box e sia (soprattutto) nel paddock, ti fa vivere pienamente la vita e l’atmosfera delle gare: giornalisti che conducono servizi ad ogni angolo, immensi motorhome che appena finito il week end si trasformano in comuni rimorchi per camion, meccanici che passeggiano controllando tempi e strategie da usare, piloti intervistati o piloti di fretta che non hanno tempo di dare spiegazioni sulla performance data nelle prove.. insomma il paddock è un piccolo grande paese delle favole per gli appassionati.
Fin da piccola sono stata abituata a seguire le gare dalla TV e per me questa è stata una bellissima esperienza per conoscere piloti e vedere quello che solitamente vedevo dalla TV.
Dopo un week end immersa nei motori non può mancare un giro per il centro: il duomo di Monza è uno dei luoghi simbolo della città detto anche Basilica di San Giovanni Battista, che contiene una trama di vicende lunga più di 1400 anni e un museo, tesoro di valore inestimabile per la città. La storia della Basilica si lega alla figura della Regina Teodolinda, principessa bavarese di fede cattolica, andata in sposa a due re dei Longobardi: Autari (589-90) e Agilulfo (590-616). Nell’altare della Cappella di Teodolinda è custodita la Corona Ferrea, uno dei prodotti di oreficeria più importanti e densi di significato di tutta la storia dell’Occidente; composta da sei piastre d’oro, ornate da rosette a rilievo, castoni di gemme e smalti, recanti all’interno un cerchio di metallo, dal quale prende il nome di “ferrea”.
Un’antica tradizione, riportata già da Sant’Ambrogio alla fine del IV secolo, identifica con uno dei chiodi utilizzati per la crocifissione di Cristo: una reliquia, quindi, che sant’Elena avrebbe rinvenuto nel 326 durante un viaggio in Palestina e inserito nel diadema del figlio, l’imperatore Costantino.
Oltre alla Regina Teodolinda, Monza viene associata anche ad un altro personaggio storico citato in una delle opere più famose nel mondo: i Promessi sposi e la Monaca di Monza. Nel nono capitolo dei promessi sposi viene inserita la figura della monaca ovvero Gertrude, chiamata anche "la Signora" per le sue nobili origini. Il padre era il feudatario di Monza e volendo lasciare tutte le sue ricchezze esclusivamente al figlio primogenito dispose che tutti gli altri eredi, sia maschi che femmine, sarebbero stati destinati a vita monastica. Diventando grande Gertrude cominciò a contraddire il volere del padre che però, riuscì ugualmente a chiuderla in convento e a farla diventare monaca per sempre.
Fu contessa di Monza e durante il regno di Filippo III di Spagna, amministrava il territorio dal convento, insieme ai fratelli Luigi, Antonio II e Gerolamo. A fare scalpore fu la sua relazione (durata dal 1598 al 1608) con un uomo, il conte Gian Paolo Osio, dalla quale nacquero almeno due figli, un maschio nato morto o deceduto durante il parto e una bambina, che Osio riconobbe come propria figlia, Alma Francesca Margherita.
Alessandro Manzoni si ispirò alla storia di questa vicenda, enfatizzando però gli eventi, cambiando ad esempio la composizione della famiglia, la cronologia, particolari biografici e il nome stesso degli amanti che diventano Egidio e suor Gertrude.
Camminando per il centro ci si può perdere in vicoli stretti che collegano il centro alle vie laterali del parco. Per finire la giornata si può ammirare un bellissimo tramonto (se la giornata lo permette) sul ponte dei Leoni. Sopra al fiume Lambro, che non è di per sé uno spettacolo, è caratterizzato da due leoni all'entrata e due all'uscita delimitano il confine del ponte e l'ingresso e l'uscita dal centro della città. Circondata da negozi dove fare shopping e bar dove sorseggiare un aperitivo a fine giornata.