La Rubrica Ilaria e i Castelli continua: oggi con il secondo appuntamento vi porto nel Castello di Torrechiara. Situato in provincia di Parma, a Langhirano, fa parte della lista dei Castelli del Ducato di Parma e Piacenza. Dalla strada si vede subito la sua imponenza dato che è situato su una specie di collina, in un mix di montagna e pianura. Fin dall'inizio doveva servire non solo come struttura difensiva ma anche come dimora isolata del conte Pier Maria II de' Rossi e della sua amante, Bianca Pellegrini di Arluno. È considerato un esempio tra i meglio conservati di architettura dei castelli in Italia poiché unisce elementi del Medioevo a quelli del Rinascimento italiano.
Il nome del castello deriva dal dialetto parmense del verbo torchiare, ovvero pestare e spremere qualcosa in un torchio, infatti la zona è ricca di vigneti e la rocca era il luogo dove si produceva e si immagazzinava il vino. Parte del castello è possibile visitarla in autonomia, comprese le stanze e le sale principali. Il castello era originariamente difeso da tre cerchia di mura: la prima circondava la collina su cui sorge, la seconda proteggeva il borgo e la terza riparava il castello vero e proprio. Per superare ogni cerchio di mura era necessario passare attraverso un ponte levatoio. Altro sistema di sicurezza perfettamente conservato è dato dalle torri.
L'interno ha sale con affreschi principalmente a temi naturalistici e fantastici. Una delle sale che mi ha colpito di più è la sala della Vittoria che prende il nome dalla figura ritratta al centro della sala e in una delle lunette laterali. Dentro una cornice la Vittoria danza tra le nubi con una corona d'alloro in mano, simbolo di gloria e con un ramo d'ulivo, simbolo di pace. La camera più importante invece è la Camera d'Oro, così chiamata in virtù della decorazione a foglie d'oro che ricopriva le formelle in cotto che rivestono la stanza.
La decorazione non è oggi più presente perché all'inizio del XX secolo l'allora proprietario, Pietro Cacciaguerra, asportò l'oro e disperse tutti gli arredi originali. Sulle formelle sono presenti cinque motivi diversi: arabeschi intrecciati su uno sfondo di tralci di mirto, pianta sacra a Venere dea dell'amore, creano un disegno a scacchiera lungo le pareti.
A questa camera è possibile ricondurre una leggenda legata al castello e alla grande storia d’amore del proprietario Rossi e Bianca Pellegrini: il fantasma del conte, durante le notti di plenilunio, si aggira nei pressi del castello, e ritorna spesso sul Rio delle Favole, strada che conduce all'ingresso della fortezza, recitando un motto dedicato all'amata" Nunc et semper" (Ora e sempre). Il motto è rintracciabile anche nell'affresco della "Camera d'oro", fatta costruire dal conte per lui e l'amata, precisamente sul nastro che lega i cuori dei due, sui quali sono effigiate le loro iniziali.
Tutto intorno è un verde unico, con paesaggi che ricoprono il paese; anche la strada per tornare al piccolo parcheggio ubicato ai piedi della collina del castello, si cammina lungo il percorso immerso nel verde. Uno dei miei castelli preferiti del Ducato.