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Immagine del redattoreIlaria Scotti

Giù per il tubo: lungo il fiume Adda

Aggiornamento: 2 mag 2020

Per un pomeriggio passato nel verde della Brianza, non può mancare una bellissima passeggiata lungo il fiume Adda. Partendo da Porto d’Adda si può raggiungere un sentiero immerso nella natura per arrivare a due strutture molto importanti per la vita dei cittadini: le centrali idroelettriche. Lungo la strada se ne possono trovare due che sfruttando la vicinanza con il fiume Adda creano energia. Sto parlando delle centrali Bertini e Esterle.


Ma iniziamo dalla prima, la centrale Bertini, costruita dalla Società Edison alla fine del 1800 lungo il fiume Adda, detiene un'invidiabile primato di longevità; al tempo era il più grande e potente impianto elettrico costruito in Europa e il secondo nel mondo, dopo quello funzionante sulle cascate del Niagara negli Stati Uniti.


A Paderno d'Adda, comune a monte di Porto d'Adda, si provvide alla sostituzione della vecchia diga sommersa con un'altra mobile di tipo Poirée (dal nome dell'inventore francese) lunga 130 metri e chiusa da 1300 panconcelli di legno (unico esemplare rimasto in tutta Europa). Successivamente fu allargato il naviglio da 9 a 12 metri in modo da permettere la navigazione dei barconi.

Dal bacino di carico, che può ospitare circa 1milione di litri d'acqua, partono sei condotte lunghe 66 metri che fanno compiere all'acqua un salto di circa 29 metri prima di entrare nelle turbine. Dopo circa tre anni di lavoro, il 28 settembre 1898 inizia la produzione di energia elettrica, destinata a Milano nella stazione di ricevimento di Porta Volta.

Con il funzionamento di questa centrale iniziava così un'altra rivoluzione industriale: non si dovevano più costruire le centrali termoelettriche nelle città o vicine alle industrie, ma la forza motrice arrivava direttamente dai luoghi di produzione sui fiumi, quindi tanta acqua, tanta energia elettrica, grande e veloce sviluppo industriale: ecco una delle tante ragioni che hanno fatto grande la Lombardia.

Nei primi anni di esercizio la centrale fu meta di centinaia di tecnici provenienti da tutta Europa per ammirare questa moderna e strabiliante officina. Nei primi tre mesi di produzione l'energia servì per elettrificare tutte le linee tranviarie di Milano, la quale conquistò il titolo di prima città europea ad avere i tram e non più mezzi trainati da cavalli. Diversi anni dopo l'inaugurazione la centrale fu dedicata all'ing. Angelo Bertini, Direttore Generale della Società Edison dal 1891 al 1915. Dopo cent'anni di ininterrotto lavoro la Società Edison ha sostituito quattro delle sei turbine con altre più moderne, lasciandone due originali a scopo didattico e conservando l'antico quadro di comando. Inoltre ha istituito nelle adiacenze della centrale un piccolo museo che racconta l'interessante ed esemplare storia di questa centrale.

L'esterno dell'edificio è completamente rivestito con il ceppo dell'Adda (pietra tipica locale), mentre l'interno è decorato con motivi geometrici e floreali. Ogni anno il complesso viene visitato da decine di scolaresche e da numerosi gruppi di visitatori che restano affascinati davanti a questa mirabile opera dell'uomo.

Uscendo da qui e percorrendo circa 1km a piedi immersi nel verde, si arriva alla centrale Esterle: entriamo nel territorio di Cornate d’Adda. Dopo l'entrata in funzione nel 1898 della centrale idroelettrica Bertini che produceva circa 56 milioni di chilowattora all'anno, la Società Edison, vista la crescente richiesta di elettricità, decise nel 1906 di costruire un nuovo impianto sul fiume, tre volte più potente del primo.

L'acqua raccolta nel bacino di carico, capiente di 4 milioni di litri, viene convogliata alle turbine attraverso sei condotte forzate, lunghe 93 metri, compiendo un salto di circa 39 metri. In caso di necessaria e urgente chiusura delle turbine o per problemi di deflusso dell'acqua alle griglie poste all'imbocco delle condotte, 8 sifoni autolivellanti di tipo “Gregotti” possono indirizzare tutta l'acqua in arrivo lungo lo scivolo di scarico e quindi direttamente nel fiume.

Il 15 maggio 1914 l'impianto inizia la produzione di energia elettrica, e ancora oggi quelle turbine continuano a lavorare. Nel 1919 la centrale fu dedicata all'ing. Carlo Esterle, consigliere delegato della Società Edison dal 1896 al 1918. L'imponenza dell'edificio e lo stile architettonico eclettico lombardo lasciano a bocca aperta: finestre a sesto acuto o a tutto sesto incorniciate in cotto, colonne e capitelli nel portone di entrata, un colonnato lungo tutto il sottotetto, gocciolatoi a forma di testa di drago, decorazioni prodotte con la tecnica a graffio, fanno pensare più ad una maestosa residenza signorile che ad uno stabilimento. Anche lo spazio esterno è impreziosito da giardinetti, cespugli, alberi e da una zampillante fontana.

All'interno sono posizionate sei turbine doppie collegate ad altrettanti alternatori che sprigionano un sordo rumore che coinvolge ed emoziona il visitatore. Il pavimento dell'intero edificio è completamente ricoperto da mosaici e le pareti sono decorate con motivi floreali e geometrici. E' proprio qui, in questo luogo, che qualsiasi persona si sente parte integrante di questo sistema, dove la forza della natura, per opera dell'intelligenza dell'uomo, viene momentaneamente domata, ma subito liberata, dopo aver completato un ciclo produttivo a favore di quell'umanità.

Questi luoghi e tutta la strada che si percorre per arrivare ad esse, sono stati la mia infanzia: passavo pomeriggi d’estate in bicicletta immersa nella natura, ad ammirare il magnifico spettacolo che si presentava a pochi km da casa mia. In questi boschi c’è una pianta che personalmente ho piantato ad uno degli eventi organizzati al primo anno di scuola materna. Ho contribuito anche io a rendere più verde questo angolo di territorio brianzolo.

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