Ci troviamo in un luogo che per alcuni può risultare fantastico per altri spaventoso. Ci troviamo nel Parco dei Mostri o Sacro Bosco che è uno dei parchi più strani che io abbia mai visto.
Si trova a Bomarzo che dista 40 minuti da Bolsena, 19 da Viterbo e 30 minuti circa da Orvieto.
Il Parco è una distesa boscosa coperta di muschio e alberi. Se vi recate in estate come me vi consiglio di andarci la mattina presto e di prenotare la visita per tempo, la passeggiata nel parco non vi porterà via molto tempo, circa un'ora totale e dispone di un percorso guidato circolare.
All'interno del parco ci sono 24 statue enormi in pietra progettate per avere un effetto scioccante e provocatorio.
Il parco venne completato nella metà del 1500, progettato da Pirro Ligorio, noto per aver concluso la Cattedrale di San Pietro dopo la morte di Michelangelo. Fu commissionato da Vicino Orsini alla moglie Giulia Farnese (da non confondere con la famosa omonima amante di Papa Borgia, moglie anch’essa di un Orsini, ma vissuta molti anni prima) come rappresentazione di un mondo esoterico da lui immaginato, a seguito della lettura di poemi cavallereschi di suoi contemporanei (quali l’Orlando Furioso dell’Ariosto e l’Amadigi di Bernardo Tasso, pubblicato proprio in quel tempo).
L'area incolta è stata riscoperta nel 1954 e restaurata.
L'incubo e la spensieratezza del bosco sono delle componenti che si ritrovano nella letteratura cavalleresca del tempo.
Sembra che il merito della ‘riscoperta’ di questo parco sia da attribuirsi a Salvador Dalì che lo visitò e ne rimase affascinato, tanto da esserne ispirato per alcune sue famose scenografie. Gli anni di abbandono hanno lasciato le loro cicatrici sulle statue gigantesche, il che non fa che aumentare il loro carattere raccapricciante, mostruoso e unico, nascoste all’interno di una fitta vegetazione selvaggia.
Ci sono varie storie attorno alle sculture, la prima è la lotta tra i giganti, Proteo e Glauco, la Ninfa dormiente e il gruppo scultoreo composto da una Balena sormontata da una Tartaruga che a sua volta sorregge una Donna alata, simbolo del passaggio di purificazione.
Orsi giganti, Sirene, figure mitologiche come Ercole e Caco e il Cerbero, il cane infernale, Delfini, si trova la nicchia con la cosiddetta "Panca Etrusca" sul fondo della quale vi è un'altra iscrizione con un'esposizione in versi di quanto il "Sacro Bosco" offre ai visitatori.
Di rilevante interesse è la casa Pendente che vi disorienterà con la momentanea perdita di equilibrio. Da qui si prosegue verso la piazza dei Vasi intorno ai quali si trovano lo Stregone, il Nettuno, il Drago assalito dai cani, l'Elefante da guerra, il Gigante dal Cavallo Alato e l'Orco con la bocca spalancata all'interno della quale si apre un antro con un tavolo di pietra e sedile. E' sempre la testa di un Orco a sorreggere il Mappamondo sovrastato dalla miniatura del Castello Orsini, a significare la potenza del Casato.
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