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Immagine del redattoreIlaria Scotti

Un po' di Russia ad Amsterdam.

Aggiornamento: 14 mag 2020

Tutto iniziò quando, circa una quindicina di anni fa, mi fecero vedere il film di Anastasia. Andavo forse all'asilo e a primo impatto, l'idea che ci fosse una persona cosi malvagia come Rasputin mi spaventò. Poi non so cosa sia passato per la mia mente da bambina e iniziai ad adorarlo. Credo sia uno dei pochi film che guardo ancora oggi con piacere e cerco di parlarne con i più piccoli che non conoscono il film, perchè troppo “vecchio” per loro.

Da questa passione per il film è nata anche quella per la vera storia della famiglia Romanov, dalle origini e per la Russia: geograficamente parlando è un territorio che lascia senza parole, dalla regione del nord con tutte quelle isolette sperdute, dove immaginavo di poter costruire il mio palazzo e raggiungerlo solo con mezzi speciali, sommerso tutto dalla neve d'inverno e luogo fresco dove rifugiarsi d'estate, il mio paradiso insomma, passando dalle bellissime cittadine, ai paesaggi siberiani.

Ma tornando al film Anastasia, alzi la mano chi di voi non l'ha mai visto.

Ovviamente vi obbligo a vederlo e poi a dirmi se vi è piaciuto.

La mia scena preferita è quella dell'inizio del film, quando lo zar Nicola organizza un ballo nel suo palazzo a San Pietroburgo per festeggiare la dinastia Romanov. Tutti i grandi nomi del paese sono nel palazzo e la mamma di Nicola, l'imperatrice Maria nonchè nonna di Anastasia, protagonista del film, le regala un carillon la cui chiave è un ciondolo con l'incisione "Insieme a Parigi".

“Ci fu un tempo, non molti anni or sono, in cui vivevamo in un mondo incantato fatto di eleganti palazzi e di feste grandiose. L’anno era il 1916 e mio figlio Nicola era lo zar di tutte le russie. Stavamo festeggiando il trecentesimo anniversario dell’ascesa al trono della nostra famiglia, e quella sera nessuna stella era più brillante della nostra dolce Anastasia, la mia più giovane nipote.”

Oltre a questo film, uno dei libri sulla storia degli Zar che mi ha colpito di più è stato quello intitolato ''La figlia della Zarina''. Questo romanzo storico si basa su ciò che è in parte accaduto durante il dominio dell'ultimo Zar di Russia, Nicola II, visto dagli occhi della figlia Tatiana.

Racconta la vita di corte della bella e coraggiosa Tatiana, seconda delle quattro figlie dello Zar Nicola, negli anni finali del suo regno. Viene raccontata la vita a palazzo, la nascita del fratellino emofilico Aleksej e l'arrivo di Rasputin nella famiglia reale.

Durante questo periodo trova due personaggi che cambieranno la sua vita: Dar'ja e Michail. Quest'ultimo sarà complice della granduchessa negli audaci piani per salvare la famiglia imperiale quando, nel 1917, la situazione precipitò con l'abdicazione dello zar Nicola con conseguente prigionia della famiglia. La scrittrice riesce a creare uno splendido affresco dell'epoca e a raccontare in modo appassionante la caduta degli zar.

Ma torniamo alla vera storia dei Romanov, dalle origini.. la conoscete?

Il primo Zar di Russia fu Ivan il Terribile, incoronato nel 1547 e durante il periodo del suo dominio occupò Kazan e trasformò la Russia in uno stato multietnico. Ridusse il potere dei boiari, ossia i signori feudali, dando inizio ad uno stato autocratico. Alla sua morte seguì un periodo di turbolenze dovute ai tentativi dei boiari di recuperare il potere perduto.

Dopo il periodo dei torbidi salì al trono la dinastia Romanov il cui primo membro a divenire Zar fu Michele Romanov nel 1613.

Sotto il regno degli Zar e della dinastia Romanov, la Russia divenne una delle maggiori potenze europee, conosciuta come Russia Imperiale, ammodernata e sempre più espansa verso est a partire dal XVIII secolo.


Nicola II Romanov fu l'ultimo imperatore e Zar di Russia e gli furono attribuiti vari appellativi: Nicola il Pacifico, durante i suoi anni di regno e Nicola il Saguinario, nome attribuitogli dalla letteratura sovietica comunista. Infine la tradizione popolare russa lo conosce come Nicola il Santo, grande portatore della passione.

Nicola, in contrasto con il parere dei genitori, sposò Alessandra D'Assia e del Reno, figlia del granduca Luigi IV d'Assia e del Reno e della principessa Alice del Regno Unito, a sua volta figlia della Regina Vittoria. Abbandonando la fede protestante, divenne ortodossa assumendo cosi il nome di Alessandra Feodorovna.

Il giorno dell'incoronazione dopo la morte del padre, Nicola appariva scosso: “Non sono pronto a diventare Zar, non ho mai voluto esserlo. Non so nulla su come si governa. Non ho la minima idea di come si parli ai ministri”.

Questa inesperienza fu determinante per la grande influenzabilità da lui dimostrata nei primi anni del suo regno.

Nicola ebbe 4 figlie: le Granduchesse Olga, Tatiana, Maria e Anastasia. Solo agli inizi del 1900 nacque l'erede Maschio: Aleksej. I figli dello Zar divennero grandi diversamente dagli altri ragazzi appartenenti all'aristocrazia: educazione severa, studio quotidiano e camere comuni con brandine da campo.

La Zarina invece, educò le figlie in sintonia con la tradizione vittoriana che voleva le nobildonne impegnate nel sociale: le granduchesse organizzavano pesche di beneficenza e non ricevevano più di due rubli per le loro spese personali. Il forte isolamento nella residenza di Carskoe Selo, giustificato dal timore della madre che venissero a contatto con la precoce e depravata gioventù aristocratica russa, accentuò molto il legame tra le sorelle e il piccolo Zarevic.

Le particolari attenzioni della famiglia per quest'ultimo furono giustificate dal fatto che fosse malato di emofilia, malattia ereditata dalla bisnonna inglese, che lo espose al pericolo di forte emorragia interna di seguito ad un minimo trauma. La malattia venne nascosta e l'erede costretto a una continua sorveglianza.

La Zarina chiese aiuto ad un contadino e Starec siberiano da poco giunto a St. Pietroburgo con fama di taumaturgo, Grigorij Rasputin, che riescì più di una volta a salvare la vita dello Zarevic, nonostante altri medici di fama internazionale non riuscirono a trovarne una soluzione per farlo stare bene.

La Zarina venne attirata dalla retorica primitiva e schietta di Rasputin e gli diede la più completa fiducia. L'ingresso di un contadino nell'intimità della famiglia imperiale derivò direttamente dal desiderio dello Zar di entrare in contatto col popolo.

Rasputin iniziò a uscire dal suo ruolo di consigliere spirituale ed entrò così nel merito politico, condizionando la Zarina. Questo provocò la caduta e l'indebolimento di varie parti del governo dello Zar che non approvò più le opinioni di Rasputin.

Con la cosiddetta "Domenica di Sangue" ebbe inizio la Rivoluzione Russa (1905). Nello stesso anno venne introdotto il concetto di Duma, da qui il potere dello Zar iniziò a tremare e cadde piano piano. Nell'estate del 1914 Nicola osteggiò fortemente l'entrata in guerra della Russia contro la Germania, ma a seguito della dichiarazione di guerra di quest'ultima si trovò spinto ad entrare in guerra, non pronto militarmente a tutto questo.

La Rivoluzione Russa di febbraio, fu un movimento spontaneo della popolazione di Pietrogrado e delle truppe stanziate nella città che, agli inizi del 1917, portò alla caduta del regime zarista. Lo Zar abdicò il 2 marzo 1917: iniziò cosi la Repubblica.

Nicola inizialmente volle passare il trono ad Aleksej, ma poi cambiò col fratello Michail perchè temeva che il figlio essendo malato, venisse separato dalla famiglia (per la quale si presentava un possibile esilio). La famiglia venne spostata inizialmente agli arresti domiciliari a Jalta in Crimea e successivamente in Siberia, per ragioni di sicurezza.

Con la Rivoluzione d'Ottobre salì al potere Lenin ed il governo era indeciso se trasferire lo Zar a Mosca per un processo, oppure una soluzione immediata e intransigente. Le Guardie Rosse cercarono più volte di rapire i prigionieri ma senza successo: nella notte tra il 16 e il 17 luglio 1918 la famiglia Romanov venne portata in un bosco a Koptiakij, fucilata, denudata, fatta a pezzi e sciolta nell'acido in un pozzo per non lasciare nessuna traccia.

La chiesa ortodossa russa glorificò e dichiarò Santi Martiri Nicola e la sua famiglia all'inizio del 2000.

Essendo il 2017 l’anno del centenario della Rivoluzione Russa, il Governo russo ha preparato una serie di mostre ed eventi non solo i Russia. Difatti le mie foto sono state scattate all'Hermitage di Amsterdam, dove all'inizio dell'anno si è aperta una mostra riguardante proprio questa storia. La mostra comprende oltre 250 reperti, provenienti dalle collezioni dello Stato, dall’Hermitage di St. Pietroburgo, dall’ Archivio di Stato russo di Mosca e St. Pietroburgo e dal Museo dell’Artiglieria.


In questa mostra erano presenti foto e video dell’epoca, pitture e arti applicate, documenti storici, oggetti personali e lettere private della famiglia Romanov e degli ultimi anni della famiglia Reale. È stata una bella esperienza, rivivere la loro storia che tanto mi affascina durante la mia vacanza in Olanda (se poi vissuta alle 9 del mattino con nessuno attorno con l'Hermitage appena aperto, ancora di più).

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