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  • Immagine del redattoreIlaria Scotti

Cosa vedere a Madrid in 4 Giorni

Aggiornamento: 9 mag 2020

Seconda volta nella calda Spagna. Ero già stata in Andalusia a gennaio e c’erano 20 gradi; andandoci a ottobre immaginavo facesse caldo: pensiero azzeccatissimo (media di 24 gradi in 3 giorni).

Diciamo che scendere dall’aereo non è stato facile: 15 minuti dopo la fase d’atterraggio continuavamo a girare sulla pista da quanto fosse immensa.


Scesa dall’aereo finalmente mi sono diretta verso l’uscita: ho camminato per circa 2km tra un terminal e l’altro cercando una scritta che mi indicasse la metropolitana. Insomma, tra lo scendere dall’aereo e uscire dall’aeroporto ho impiegato si e no una bella oretta.

Trovata la scritta metro, finalmente, mi dirigo verso l’ufficio informazioni per fare un abbonamento di tre giorni su tutte le linee metropolitane. Guardando la cartina ne ho notato la vastità di questa metropolitana: terza in Europa e ottava nel mondo, ha circa 300km di linee che girano per la città.

Inaugurata nel 1919 dal re Alfonso XIII, conta ben 276 stazioni, 13 linee sotterranee e 3 metrotranvie. Sinceramente pensavo di perdermi all’inizio (rischio di perdermi sulla metro di Milano che ha un quarto di linee metropolitane) invece sono riuscita ad orientarmi bene.


Prendo la mia metropolitana dall’aeroporto: infinite scale mobili per arrivare al binario, musica degli artisti di strada che rimbombano nei corridoi immensi e coloratissimi. Piccolo accorgimento, i soffitti delle scale misurano massimo 1 metro e 80 cm: per me che sono nana sono normali, ma per le persone che superano quell’altezza sono un po’ meno felici.

Dopo aver effettuato due cambi di metropolitana mi dirigo al mio hotel: è il Leonardo Hotel situato fuori dal centro ma comunque in una posizione molto favorevole data la metropolitana e la vicinanza con Gran Via.

Lo ammetto, molte volte piuttosto che aspettare di attraversare la strada e fare anche solo 300 metri ho preso la metropolitana. Una delle cose di cui mi sono innamorata di Madrid, oltre che il caldo è proprio la metropolitana, ti porta ovunque, puoi anche non avere la patente, con lei ti muovi ovunque.

Scendo alla fermata "Gran Via" e mi ritrovo questo immenso palazzo rosa e bianco che segna l’inizio di Gran Via: Edificio Espana che con i suoi 25 piani e 117 metri di altezza, è l'ottavo edificio più alto della capitale spagnola.

Principalmente ospitava hotel, un centro commerciale, uffici e appartamenti privati, ma dal 2006 si è deciso di rimuovere tutto e destinare l’intero edificio ad appartamenti di lusso. Questo edificio si affaccia su piazza di Spagna dove si trova una fontana dedicata a Miguel de Cervantes.

Il suo piccolo giardinetto crea una zona ombreggiata dove riposarsi, godersi la vista di questo palazzo prima di riprendere il giro. Mi sono recata alla prima fermata della metropolitana più vicina e mi sono diretta a Plaza Mayor, dove in un piccolissimo ufficio informazioni ho potuto ritirare la mia Madrid Card: carta con cui ho potuto accedere a molti servizi, saltare le file di vari musei senza passare dalla biglietteria e avere sconti su ristoranti e negozi di souvenir.

Plaza Mayor è una delle principali piazze della capitale spagnola, quasi tutte sembrano dei cortili immensi: circondate da edifici storici, sotto i portici sono presenti ristoranti tipici, ci sono artisti di strada in qualunque angolo e abitualmente si svolge un mercato; al centro è posizionata la statua di Felipe III. La piazza dispone di nove porte di accesso, delle quali la più conosciuta è quella dell'Arco de Cuchilleros.

Uscendo da Plaza Mayor mi dirigo verso Plaza Isabel II, piazza dedicata alla Regina Isabella II di Spagna, piccola, ma molto carina, è circondata da edifici eleganti e storici. Su questa piazza si affaccia il teatro Reale di Madrid, per mia sfortuna non sono potuta entrare a visitare il suo interno dato che era in corsa un’opera teatrale, sono riuscita però a dare una sbirciatina veloce.

Dietro al teatro si trova Plaza De Oriente, ornata da diverse statue di diversi re di Spagna: spicca tra tutte quella centrale dedicata a Filippo IV di Spagna. Sono presenti due giardinetti: uno del capo Noval nella zona nord e uno di Lepanto nella zona sud. Da questi giardini si può ammirare la facciata del Palacio Real: è residenza ufficiale dei Re di Spagna.

Dopo aver lasciato il mio zaino nell’apposito edificio, ho iniziato il mio giro.

Sfortunatamente all’interno delle immense sale ornate e piene di oggetti di molto valore, non è possibile scattare foto. Al piano terra c'è la farmacia reale, contenente numerosi vasi di medicinali che venivano usati per curare gli ammalati della corte.

Nello stesso piano c'è l'armeria, importante raccolta di armi e armature di diverse epoche. Una delle due sale che mi hanno colpito di più è stata la sala del trono che conserva l'arredamento con mobili in stile rococò e pareti rivestite da velluto. A volte mi fermavo ad ammirare i bellissimi lampadari di cristallo e i loro dettagli floreali o classici. Mi ha colpito molto anche l’immensità della Cappella Reale: piena di affreschi dove i Re e le Regine andavano a pregare o dove venivano svolte le celebrazioni religiose.

Uscendo nel cortile del palazzo non si può non notare sullo sfondo la bellissima Cattedrale dell’Almudena: la cattedrale di Madrid. Piccola curiosità, è stata consacrata da Papa Giovanni Paolo II nel 1993. L’esterno è di un azzurrino tenue ed è caratterizzata da un porticato di ispirazione toscana e dalla sovrastante loggia, caratterizzata dall'ordine ionico. I giorni in cui mi sono recata nella capitale spagnola erano dei giorni di festa e purtroppo la chiesa era chiusa e non ho potuto vedere il suo interno che dicono sia magnifico.

Accanto a questi due magnifici monumenti si trovano gli altrettanto magnifici Giardini di Sabatini: sono situati in un luogo precedentemente occupato dalle stalle collocate accanto al Palazzo Reale e sono stati progettati dall'architetto italiano Francesco Sabatini.

Pieno di piante, fontane e luoghi dove riposarsi ho deciso di pranzare in un ristorante italiano proprio davanti a questi giardini (la zona che li circonda è caratterizzata da maggioranza di pub o ristoranti italiani).


Nel pomeriggio sono ritornata nella zona di Plaza de España e Gran Via per fare un po’ di shopping: Gran Via è famosa, oltre che per i suoi negozi, anche per le sue sale cinematografiche, sebbene attualmente in parte chiuse o riconvertite in teatri di musical, tanto che il tratto che parte da Plaza de Callao fino a Plaza de España è conosciuto come la Broadway madrilena.

Mi sono fermata in alcuni negozi tipo H&M e Primark: in entrambi credo di aver speso un’oretta per girarli, entrambi a 4 piani e nei quali ti perdi dentro.


Finito il mio momento shopping, mi sono diretta verso il museo Cerralbo l'antica residenza del collezionista Enrique de Aguilera y Gamboa, sedicesimo marchese di Cerralbo.

Nella struttura sono presenti 50.000 oggetti di valore, tra cui dipinti, sculture, disegni, stampe, ceramiche, mobili, libri e medaglie. Anche qui mi sono fermata ad ammirare i bellissimi lampadari e le bellissime rampe di scale con muri pieni di specchi e quadri.


Poco distante da questo museo si trova un tempio dell’antico Egitto: il Tempio Debod, regalo fatto dall’Egitto agli spagnoli per l’aiuto ricevuto per il salvataggio di opere importanti. Il tempio ha origini risalenti al Medio Impero ed è un luogo sacro. È diviso in tre colonne, una di queste visitabile al suo interno, tutte circondate da uno stagno che rende il quadro più caratteristico.

Dopo aver preso l'ennesima metropolitana, mi dirigo verso uno dei due stadi di Madrid: lo stadio Vicente Calderon, casa dell’Atletico di Madrid. Costruito negli anni ’60 racchiude un magnifico stadio e un museo. La guida ha portato me e il gruppo durante la visita guidata all’interno del campo, nella zona dell’ospitalità, negli spogliatoi, nella sala conferenze e nella sala dei trofei, esponendo in generale la storia del Club e dei trofei vinti.

La guida era metà in inglese e metà in spagnolo ed è stato divertente scoprire nuovi termini e apprendere la storia in due lingue differenti. La visita si è svolta all’orario del tramonto ed ha reso le fotografie ancora più caratteristiche.

La giornata stava per concludersi ma ho deciso di far visita a due musei vicini al mio hotel. Il primo è stato il museo della storia di Madrid, ubicato in un edificio dove spicca la sua facciata che rappresenta lo stile barocco spagnolo, custodisce la bellissima tela di Goya "Allegoria della città di Madrid". Sono presenti anche le collezioni delle industrie artistiche di Madrid, in particolare la porcellana della Fabbrica Reale del Buen Retiro. Presenti anche dipinti, immagini, cartografia, modelli su scala, disegni, fotografie, cartoline, sculture, oggetti di oreficeria, ventagli, mobili, armi, monete e medaglie.

Il secondo è stato invece il Museo del Romanticismo, una casa-museo che ricrea lo stile di vita della nobiltà durante il regno di Isabella II. Nel percorso di 26 sale, si possono comprendere gli usi delle varie stanze, i ruoli familiari, le abitudini sociali, la vita quotidiana, le mode e i gusti del romanticismo spagnolo, oltre ad ammirare le collezioni del museo, che comprendono dipinti, arredi, arti decorative, stampe, disegni e fotografie. Questo museo ti fa ritornare indietro nel tempo e sembra di stare nell’ epoca della principessa Sissi.

Ritorno verso l’hotel e trovo un piccolo ristorante nella zona: i piatti tipici spagnoli sono molti ma tutti sanno che l’unico e inimitabile è la Paella (anche se valenciana, si è diffusa in tutto il paese e nel resto dell’europa). Piatti tipici di Madrid sono: Huevos fritos con jamon y pimientos (uova al tegamino con prosciutto e peperoni. Un piatto fritto ma gustosissimo che, oltre agli ingredienti previsti, nella portata ci sono anche le patate, fritte pure quelle), Rabo estofado (coda di toro, tenerissima), Morcillo estofado (spezzatino cotto per ore con patate, carote e tantissime bacche di ginepro) e Churros y chocolate (tipiche frittelle da intingere nella cioccolata calda).


Appena entrata in camera mi metto a letto e preparo le cose da visitare il giorno successivo; la mia stanza essendo dalla parte della strada è un continuo via vai di macchine, verso le 3 del mattino sono stata svegliata da un trombettista che si è messo a suonare dall’ altra parte della strada: insomma Madrid non dorme mai.

Il secondo giorno inizia con una buonissima colazione da Panaria: un piccolo ma accogliente bar, panificio, caffetteria. Ordino il mio buonissimo cappuccino e al banco scelgo dei buonissimi biscottini a forma di zucca di halloween ripieni di marmellata.

Essendo anche una panetteria fanno panini, brioche e grissini nel loro forno. Decido quindi di prendere due pacchetti di quelli che durante la giornata si sarebbero rivelati degli stuzzichini durante le mie camminate in giro per la città: grissini classici, ma si sentiva proprio che erano stati appena sfornati.

Dopo questa colazione da campioni vado alla fermata della metropolitana direzione Museo del Prado. Ho pensato che recarmi lì di prima mattina mi avrebbe fatto saltare la fila sfruttando la Madrid Card.

È una delle pinacoteche più importanti del mondo: vi sono infatti esposte opere dei maggiori artisti italiani, spagnoli e fiamminghi, fra cui Fra Angelico, Sandro Botticelli, Raffaello, Tiziano, Jacopo Tintoretto, Caravaggio (Davide e Golia), Diego Velázquez, Francisco Goya (3maggio 1808) e molti altri.

Passate quasi due ore ad ammirare le bellissime opere d’arte mi dirigo verso il giardino reale botanico, accanto al palazzo del museo: l'Orto Botanico Reale fu fondato da Ferdinando VI nel 1755 e progettato dagli architetti Francesco Sabatini e Juan de Villanueva.

Fin dalle sue origini è stato destinato alla ricerca, alla conservazione e la diffusione del mondo delle piante. Sfortunatamente al mio arrivo, essendo autunno inoltrato, non era fiorito come raffigurano molte fotografie. Nonostante ciò è un posto dove potersi rilassare, è una zona verde immersa proprio nel centro della città. Vicina al Museo Prado, sopra ad una collina, spicca la chiesa San Jerónimo el Real.

Uscendo da questa bellissima zona piena d’arte e natura mi imbatto in una specie di bosco verticale: il Caixa Forum. Gli architetti che hanno progettato quest’opera, Herzog e De Meuron, hanno recuperato un edificio modernista, mantenendo la facciata originale, affianco ad un favoloso giardino verticale.

Mi dirigo sulla strada verso una dei musei più importanti al mondo di arte contemporanea: il museo Reina Sofia.

Il Reina Sofía possiede opere di Pablo Picasso (Guernica), Salvador Dalí (Autoritratto cubista), Joan Miró, Julio González, Vassily Kandinsky, René Magritte, Roy Lichtenstein e altri artisti significativi. Non essendo un’esperta d’arte, ho vaghi ricordi di quando studiavo storia dell’arte ed ho sempre immaginato la Guernica di Picasso un quadro non più grande di due metri per quattro. Arrivata in questa immensa sala mi sono ritrovata una massa di gente seduta anche per terra per ammirare questa magnifica opera che è grande circa 4 metri per 7. Non dico che mi ha sorpresa ma quasi.

Metropolitana fermata Sevilla e arrivo al Congreso de los deputados (per intenderci la Camera dei Deputati): davanti a questo edificio c’erano telecamere e giornalisti pronti ad intervistare qualche politico pronto ad uscire; giornate frenetiche per il governo spagnolo. Pochi metri più avanti noto dei manichini a forma di scheletro vestiti con abiti tipici messicani ai balconi delle finestre dell’ambasciata messicana.


Sullo sfondo finalmente mi si presenta Plaza Neptuno: pilone circolare costruita alla fine del 1700, nel cui centro si trova il dio Nettuno, Dio dei mari, con un serpente attorcigliato sulla mano destra e il tridente nella sinistra, sopra un carro formato da una conchiglia tirata da due cavallucci marini. Attorno al carro si vedono foche e delfini che gettano acqua ad una grande altezza.

Vicino a questa bellissima fontana si trova il Museo Thyssen-Bornemisza: acquistato dal governo spagnolo nel 1993, facevano parte della sua collezione ulteriori ottanta pezzi di arte medievale, rinascimentale e barocca, poi successivamente trasferiti al MNAC a Barcellona. Le circa ottocento opere che vi sono attualmente qui conservate spaziano dal Rinascimento italiano, alla pittura moderna e le principali opere sono degli artisti del calibro di Caravaggio, Tiziano e Van Gogh.


All’improvviso mi trovo un edificio bianco che più bianco non si può: é il Palacio de Comunicaciones, sede del comune di Madrid, che si trova in Plaza de Cibales.

Percorrendo Calle de Alcalà, si arriva alla Puerta de Alcalà, posizionata sopra ad una specie di rotonda che dirige il traffico. La costruzione fu ordinata dal Re Carlos III e fu messa in opera dall'architetto Francesco Sabatini.

La porta ha cinque archi di cui tre più ampi e due più piccoli ai lati; sopra gli archi laterali figurano le quattro virtù cardinali: Prudenza, Giustizia, Temperanza e Fortezza.

Oltre questa porta si trova il Parco del Retiro: altra zona verde nella città di Madrid che si estende per circa 118 ettari. Per girarlo tutti ci vorrebbe una bicicletta, a piedi ci si impiega quasi un intero pomeriggio; è comunque una passeggiata nel verde, al sole caldo di ottobre di Madrid.

Oltre a tanto verde ci sono anche dei monumenti molto caratteristici: il Monumento ad Alfonso XII è quello che mi è piaciuto di più. Il complesso è alto 30 metri, lungo 86 e largo 58 e alla sua realizzazione hanno partecipato più di venti scultori. È un punto di richiamo per i turisti e per gli stessi abitanti di Madrid un incontro che ogni domenica avviene ai piedi del monumento fra decine di percussionisti e gruppi di giocolieri.

Proseguendo nel parco si arriva al Palazzo di Vetro (in spagnolo Palacio de Cristal) struttura in metallo e cristallo costruito nel 1887 in occasione della esposizione delle isole Filippine tenutasi in quell'anno. L'edificio è circondato da un bellissimo bosco e da un lago artificiale. Quasi al termine del parco si può trovare il Palazzo di Velázquez: costruito in stile inglese, che contiene un esposizione temporanea del Reina Sofia.


Proseguendo verso Plaza de Colon, mi dirigo verso il Museo delle Cere come ultima tappa della mia giornata: a Plaza de Colón sorge il monumento a Cristoforo Colombo, la cui statua domina dalla sommità di questo obelisco. Alla base del monumento stesso si trova una fontana che simboleggia l'oceano, dal quale Colombo emerge vincitore.

Per visitare il museo delle Cere ho scelto la sera adatta: 31 ottobre, Halloween. Bambini e grandi mascherati, personaggi mostruosi che ti inseguono facendoti scappare. Per l’occasione è stato aperto anche il treno dell’orrore: una piccola giostra trenino che ti mostra un po’ varie parti di film horror. Al Museo delle Cere mi sono divertita ad indovinare i vari personaggi raffigurati perfettamente e a farci molti selfie insieme.


Ultimo giorno a Madrid e la prima tappa ovviamente è accompagnata dalla mia amata metropolitana; si va nella casa del Real Madrid, Estadio Santiago Bernabeu. Durante il tour dello stadio c’era la possibilità di farsi fotografare digitalmente col proprio calciatore del Real Madrid preferito: ovviamente non potevo non scegliere Alvaro Morata.

Il tour partiva dalla sala conferenze per poi proseguire su e giù per i vari corridoi, fino ad arrivare fino al museo dello stadio che comprendeva anche la parte del basket del Real Madrid. Raggiunto il bordo del campo ho toccato il manto erboso come da tradizione in ogni stadio di calcio in cui mi trovo.

Non poco lontano dallo stadio un giro al museo delle Scienze Naturali non può mancare: una vastità di animali imbalsamati, rettili e scheletri di dinosauri giganti invadono le sale.


Fermata metropolitana Ventas, all’uscita un immensa arena mi attende: è l’arena dei tori. Mi trovo a Plaza de Los Toros. Entro dall’entrata principale e inizio subito il mio giro: la struttura è quasi perfettamente circolare; l'arena centrale è una delle più grandi del mondo, con circa 60 metri di diametro. Tutt'intorno all'arena si sviluppano le gradinate dei posti a sedere, suddivise in dieci scomparti detti "tendidos", ha una capienza di 25.000 spettatori ed è stata inaugurata nel 1931.

Durante il giro ho potuto camminare nell’arena è ascoltare con l’audio guida la storia, i vari combattimenti e come si svolgono le corride.

Ritorno verso la zona centrale di Madrid e ho voluto togliermi lo sfizio di visitare l’arena Barclaycard Center, casa del Real Madrid di Basket, ma essendo un giorno di festa, l’arena era chiusa. Davanti al palazzetto c’è una scultura di Dalì: Dolmen de Dalì. Si tratta di una scultura anch’essa in un’area pedonale della città; la statua consiste in tre pilastri che reggono un masso quasi piatto.

Ultima tappa del mio tour di Madrid è il faro di Moncloa: ho deciso di visitarlo per ultimo data la vicinanza col mio hotel (per comodità insomma) e per avere come ultimo ricordo la bellissima vista di Madrid dall’ alto.

L’ascensore si alza per 92 metri e tutte le cose che in questi tre giorni ho visto in formato maxi, in questo momento le vedo in formato mini. Da quassù posso ammirare l’arco della vittoria di Moncloa, sottostante al faro.

Ritorno all’hotel, ritiro i bagagli e mi dirigo verso l’aeroporto, sempre in compagnia della mia amata metropolitana. Arrivo alla fermata del mio terminal, dopo ovviamente aver fatto il check-in mi dirigo al gate, stavolta con la consapevolezza di dover camminare ancora parecchio.

Viaggiando la sera tardi ho potuto godere, appena decollata, della città di Madrid tutta illuminata con attorno il nero della notte. Saluto il caldo di questi giorni per ritornare al vero clima autunnale milanese.

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