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Immagine del redattoreIlaria Scotti

Lituania: Cosa vedere a Vilnius e Trakai

Aggiornamento: 4 mag 2020


Premettendo che i colori della bandiera Lituana sono sempre stati i miei tre colori preferiti, rosso, verde e giallo, ho adorato fin da piccola questo Stato e realizzare uno dei miei sogni di visitarlo è stato una vera e propria felicità.

Il viaggio dalla capitale lettone in bus è durato 4 ore, circa 300km attraverso parchi verdi, cittadine sconosciute, alcune ancora molto arretrate. Una delle particolarità di questi due Stati è che le loro autostrade sono come le nostre superstrade e hanno due corsie. Per uscire da queste superstrade non c’è un casello e si entra direttamente nel paese successivo. Cosa molto simpatica è la cordialità dell’autista che salutava con un cenno di mano tutti gli autisti che incontrava nel senso opposto di marcia.

All'arrivo al confine lettone la polizia ha controllato i documenti e il biglietto di viaggio sia miei che degli altri passeggeri dell'autobus; non c’è una dogana ma solo un cartello ‘’benvenuti in Lituania’’.

Prima e unica fermata del bus è stata in una piccola cittadina lituana chiamata Panevezys, non molto piccola dato che è una delle cinque città lituane più popolose. Arrivata finalmente a Vilnius il tempo non era dei migliori ma ho deciso di prendere un taxi e raggiungere il mio hotel, ubicato nella via principale di Vilnius: Gedimino Street.

Ho alloggiato nel Ratonda hotel che, con una bellissima facciata tutta a vetrate, ha attirato la mia attenzione fin dai primi click alla ricerca di una sistemazione nella capitale lituana.

Entrata in camera credevo di aver perso l’orientamento da quanto fosse grande: salottino con tv, angolo bar, due poltrone, in una zona separata l’immensa camera da letto con altrettanto immenso letto a baldacchino e spazioso bagno con doccia, vasca, doppio lavandino e uno spazio tale da poterci fare un accampamento. Il tutto con due cabine armadio abbastanza capienti: vi ho presentato la mia camera ideale.


Dopo questo bellissimo tour della mia stanza ho deciso di uscire e dirigermi verso il centro percorrendo la Gedimino Street: una via immensa che pensavo non finisse mai. Difatti dopo averla percorsa per 1,5km, circondata da negozi, ristoranti e aiuole, sono arrivata alla maestosa cattedrale della città.

Tutta bianca con tetto nero e tre statue sulla cima della facciata centrale con una di queste (Sant’Elena) che sorregge una croce in oro. Costruita nella seconda metà del 1700, appartiene a Santo Stanislao e San Ladislao. L’interno della cattedrale mi ha deluso un po’, devo ammetterlo: decorata in stile neoclassico non presenta molti affreschi. Particolarità che invece mi ha sorpreso è la cappella di san Casimiro, ubicata nel lato destro della cattedrale.

Decorata in stile barocco, è un piccolissimo spazio dove trovare tantissimi affreschi da analizzare e fotografare uno ad uno: un altorilievo raffigurante la Gloria della Vergine, un'antica immagine bizantina di San Casimiro e statue di santi poste all'interno di alcune nicchie lungo le pareti.

Uscendo dalla cattedrale ho deciso di fare un giro sul campanile e ammirarla dall’alto: durante la salita, ho trovato parecchie campane che fortunatamente non hanno suonato. Arrivata in cima ho potuto guardare e fotografare la vista che mi si presentava: la statua di Sant’Elena con la croce d’oro in mano, la torre di Gedimino e la Collina delle tre croci.

Uscendo dal campanile mi sono diretta verso il cortile dietro alla cattedrale di Vilnius: il palazzo dei Gran Duchi di Lituania. Questo edificio ha la particolarità di essere stato costruito in stile barocco italiano, da architetti e scultori italiani. Inizialmente costruito nel 1530 venne distrutto da un incendio, successivamente ricostruito intorno al 1600.

Venne utilizzato come caserma delle truppe russe intorno al 1650. Abbandonato e finito in rovina, venne occupato dalla popolazione; quando la Lituania entrò sotto il dominio russo alla fine del 1700, imposero che vennero cancellati tutti i segni della precedente indipendenza. Nel 2001 venne ripristinato, ricostruito e al suo interno è possibile trovare un museo, inaugurato nel 2009 che raccoglie e conserva i reperti legati alla storia e il patrimonio culturale del Granducato di Lituania e dei suoi sovrani, in particolar modo le ricche collezioni di importanti reperti archeologici ed arti decorative.

Salendo con la funicolare panoramica sulla collina attaccata alla cattedrale e al palazzo dei Granduchi, è possibile raggiungere la Torre di Gedimino e da qui ammirare tutta la città nella sua grandezza. Nel tardo pomeriggio è possibile vedere un bellissimo tramonto. All'interno della Torre è ospitato un museo storico che espone reperti medioevali e filmati sulla storia d'indipendenza del paese.

Scendendo dalla ripida collina ho visitato il Museo Nazionale Lituano. I reperti presenti in questo museo partono dall’età della pietra e arrivano fino ai all'epoca medievale e sono presenti oggetti di arte popolare.

Il Museo delle arti applicate di Vilnius (Taikomosios Dailes Muziejus) è uno dei musei che ha più attirato la mia attenzione: presentava una collezione di abiti, accessori, comprese di scarpe, gioielli ecc, dagli inizi dell’800 fino ad arrivare ai giorni d’oggi. Per chi come me adora la moda e la sua storia, questo è un museo molto interessante. Ho perso quasi un’ora ad ammirare i vestiti e ad immaginare le donne dell’epoca che li indossavano.

Come ho fatto a Riga, ho deciso di utilizzare la Vilnius Card, che ha le stesse funzioni di quella lettone (entrate gratis in musei, agevolazioni di vario tipo, tour guidati eccetera).

Percorrendo una delle vie principali di Vilnius mi sono diretta alla città vecchia, passando prima per il municipio, sede dell’info point della città per ritirare la mia Card. Appena ritirata mi sono diretta verso la chiesa color salmone: la chiesa di San Casimiro.

Questa chiesa ha una storia molto strana: venne inizialmente costruita come chiesa ortodossa, successivamente divenne un museo ateista e infine una chiesa cattolica.

Tornando verso la piazza della cattedrale mi fermo ad ammirare la chiesa ortodossa di Santa Paraskeva e il suo bellissimo mercatino di souvenir. Faccio dei piccoli acquisti e regalini ed entro in questa minuscola chiesa che con le sue immagine dei santi ortodossi cattura la mia attenzione. Analizzando la sua storia scopro che anche questa chiesa è stata distrutta parecchie volte durante le varie guerre di indipendenza, per poi essere ricostruita, sconsacrata, trasformata in un museo ed infine da pochi anni restituita alla chiesa ortodossa.

A pochi passi da qui si intravede il campanile della chiesa di San John (dedicata sia a San Giovanni Evangelista che San Giovanni Battista) che si trova all’interno dell’Università di Vilnius. L’università, che contiene un’ immensa biblioteca, è la più vecchia degli stati baltici ed è una delle più antiche del nord Europa. La Chiesa di San John è stata costruita in stile gotico intorno al 1400, il suo campanile un secolo dopo: salendo fino in cima si può ammirare la città vecchia a 360°.

Girando per la città non si possono non notare gli infiniti negozi di collane, gioielli o ornamenti fatti d’ambra. L’importanza di questo materiale per le popolazioni baltiche non è solo culturale ma anche economica. L’ambra non è una pietra preziosa, ma una resina fossile e ad essere sincera non è una cosa che mi piace molto, non sono amante dell’ambra forse per il colore con cui si presenta ma vedere e scoprire che è un materiale molto utilizzato e utile per le popolazioni baltiche mi ha aperto un nuovo mondo.

Scende la sera e scatto alcune foto, mi godo il sole tramontare, che durante la giornata è stato pallido. Anche qui come in Lettonia il clima è freddo, la sera le temperature scendono anche a 8°C e di giorno intorno a 15°C. Mi dirigo verso la Gedimino Street e mi ritrovo circondata da locali e ristoranti.

La cucina lituana è stata influenzata nel tempo dalla cucina polacca e scandinava: tra i piatti tipici il Cepelinai (a base di patate e carne o formaggio) e lo Skilandis. Avevo voglia di pizza (io vivrei di sola pizza) e sono entrata in questo ristorante. Ho chiesto degli antipasti, mi hanno portato un tagliere con del pane quasi nero, particolare ma dal gusto molto buono, delle salsine tra l’altro tutte piccanti e una specie di carne a forma di cilindro coperta di pan grattato. Per quanto riguarda la pizza, ovviamente e come sempre, la pizza italiana non la batte nessuno. Per quanto riguarda il bere invece, ho chiesto dell’acqua naturale e mi hanno portato questa caraffa e ho scoperto successivamente che lì l’acqua non la fanno pagare perché la prendono direttamente dal rubinetto, arrivando direttamente dalle fonti è davvero pulita, depurata e fresca.

Il secondo giorno mi sono diretta davanti alla cattedrale aspettando la guida per iniziare il mio giro a piedi di quasi tre ore per la città. Alcuni posti che abbiamo visitato e che ci ha spiegato li avevo già visti ma ho appreso cose che girando da sola non avrei mai potuto sapere.

Una delle primissime tappe è stato il Palazzo Presidenziale: sede della Presidenza della Repubblica Lituana, ha una facciata immensa con la bandiera dello stato ufficiale lituano e la bandiera della città di Vilnius. Quando essa non è esposta significa che il Presidente della Repubblica non è in città ed è in viaggio. Non è stato possibile visitare l’interno dato che è abitato ma la guida ci ha portato in una via dove si sbucava dal retro del giardino del palazzo, pieno di fiori e aiuole molto colorate. La guida ci fa scoprire la Literatu Gatve, questa via dove sul lato destro della strada si può trovare un muro con tanti oggetti attaccati, alcuni molto simpatici: uno di questi, una dentiera con un sorriso smagliante che mi ha ricordato molto quella di mia nonna.

Sulla mia strada ho trovato anche la chiesa di Santa Caterina, una delle più antiche della città in stile barocco costruita tra il 1600 e il 1700. Durante il periodo sovietico la maggior parte delle chiese è stata usata come un magazzino. Ristrutturata, ora è sede di molti concerti data la bellissima acustica.

Nel mio giro sono passata attraverso due delle più caratteristiche vie di Vilnius, piene di negozi e vicoli stretti in ciottolato molto caratteristiche: via Stikliu e Via Traku. Ritornando verso il municipio e dirigendosi verso nord arrivo in una zona piena di chiese e monumenti. La prima è la chiesa di santa Teresa, all'interno della quale al momento del mio arrivo si stava svolgendo un battesimo (che pensavo fosse un matrimonio dati i vestiti dei genitori: lei abito bianco ampio e lui in completo). La chiesa di santa Teresa è stata costruita secondo lo stile barocco di una chiesa italiana a Roma, intorno al 1600.

Ora vi parlerò di una delle due mie chiese preferite di Vilnius: la chiesa di San Nicholas (lo spirito di Vilnius), che si trova all’interno del cortile passando per la porta ortodossa. La sua facciata esterna non è nulla di particolare ma l’interno mi ha lasciato letteralmente senza parole: un maestoso e verde altare che da un tocco molto brillante al tutto.

Costruita intorno al 1600 e danneggiata dagli svedesi durante il loro dominio, venne ricostruita dallo Zar Pietro I. Contiene le reliquie di vari santi tra cui Antonio e Giovanni; è una chiesa ortodossa russa.

Ultima tappa del nostro tour è la Porta dell’Aurora o Porta dell’Alba. Unica delle nove porte rimanenti nella città di Vilnius, fu costruita intorno al 1500. Salendo le scale e arrivando al primo e unico piano di questa struttura, si può ammirare la bellissima effigie della Vergine Maria Madre della Misericordia, la Madonna Nera. Molti fedeli erano attorno ad essa a venerarla e pregare. Ho potuto godere del panorama di una delle vie della città vecchia e fare tante foto.

Concluso il giro, salutato e ringraziato la guida, data la vicinanza mi dirigo con molta curiosità al Museo della Ferrovia. All’interno della stazione dei treni si trova questo divertentissimo museo adatto sia per grandi che per piccini. Esposte le prime locomotive fino ai treni più moderni, la maggior parte riprodotti in plastici telecomandati abbelliti da paesaggi molto caratteristici e molto funzionali.

Il terzo giorno ho deciso finalmente di togliermi lo sfizio e andare a vedere e ammirare uno dei castelli secondo me più belli d’Europa (se non del mondo): il Castello di Trakai. Sempre nella Vilnius Card è possibile utilizzare questo bonus di un tour con guida, che ti segue per tutte le quattro ore di escursione. In 20 minuti di viaggio si arriva finalmente in questo bellissimo paesino fuori dalla città che sembra vivere in un'altra epoca.

La cittadina è molto carina, casette colorate di giallo, in legno qua e la’, una posta blu sgargiante e finalmente si intravede il lago. Dal lago salta subito all’occhio questa bellissima costruzione molto antica sul lago: il castello di Trakai.

Si possono noleggiare barche, pedalò per fare il giro del lago ma inizialmente ho preferito fare un giro turistico nel castello per scoprire la vita e la storia che aveva alle sue spalle. Senza mancare ovviamente il servizio fotografico ad ogni angolo. Mi sono letteralmente innamorata dell’atmosfera che si respira sia nel castello che sul lago, sul pontile ammirando lo spostamento di nuvole e camminando sul lungo lago cercando piccoli souvenir da portare a casa come ricordo. Trakai è una vera e propria cartolina.

Nel primo pomeriggio a malincuore ho fatto ritorno a Vilnius dirigendomi verso la chiesa di Sant’Anna e San Bernardino: tutte e due attaccate l’una all’altra. La chiesa di Sant’Anna è uno dei monumenti più amati della città, adagiata sulla riva destra del fiume Neris, eretta alla fine del 1300 con questa mescolanza di stile Gotico e Gotico Fiammeggiante, ha avuto una riconoscenza molto importante: è stata scelta come Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, in seguito all’entrata della città di Vilnius a questo magnifico premio.

La chiesa di San Bernardino con annesso monastero, sono stati costruiti intorno il 1600-1700 in stile gotico e arricchiti di elementi rinascimentali e barocchi. Le pareti interne sono decorate da bellissimi affreschi e dal crocifisso in legno più antico della Lituania risalente al 1300.

La Repubblica di Uzupis è come un quartiere, ma in realtà è uno Stato all’interno di un altro Stato; è una vera e propria Repubblica degli Artisti, dotata di un Parlamento (che si riunisce nel bar in riva al fiume), una bandiera (in realtà sono 4 che cambiano colore a seconda della stagione) ed una vera e propria costituzione. Sono tutti un po’ bizzarri insomma. La costituzione è scritta su delle lastre di marmo attaccate ad uno dei muri principali della città. Non essendo molto lunga, ogni lastra ha la sua lingua, e si, c’è pure l’italiano.

Concludendo la giornata scopro un museo proprio dietro al mio hotel: il Museo delle Vittime del Genocidio. Inaugurato nel 1992, il Museo è divenuto il simbolo dell'occupazione Sovietica del Paese, e vale la pena ripercorrere le tappe della lunga dominazione russa. All'interno del museo si trova inoltre la prigione del Kgb, che fu istituita nell'edificio nel 1940 come luogo di detenzione di dissidenti politici e contestatori del regime. Ho potuto visitare le celle, la stanza degli interrogatori, quella delle torture, i cortili di ricreazione ed altri luoghi oscuri di questa triste pagina della storia.

Ultima chiesa che ho visitato, nonostante ne sia rimasta delusa, deve avere il suo angolo di celebrità: la Chiesa di San Michele e Costantino. Anni fa ho visto su internet questa chiesa, ortodossa, con le cupole verdi. Essendo innamorata del verde l’ho chiamata ‘’la chiesa di Ilaria’’ era mia, mi apparteneva. Ho impiegato una giornata intera perché non trovavo la strada per raggiungerla su google, ho pensato che fosse un fake, o che fosse chiusa o sconsacrata. Arrivato il giorno della partenza ho scoperto che era stata ristrutturata e che da poco le cupole non erano più verdi ma oro. Mi è diciamo caduto un mito ma non ho esitato ad entrare comunque e visitarla.


Ultimi preparativi prima della partenza, ultimo museo simpatico da visitare e le cartoline da spedire. Per le cartoline non sapendo dove spedirle ho chiesto alla ragazza della reception dell’hotel dove fosse una posta o una buca per spedirle. Mi sono ritrovata davanti a questo edificio sulla Gedimino Street, con scritto Pastas. Io pensavo fosse un ristorante, invece sono le poste.

Entro dentro e mi ritrovo questo immenso posto che rispetto alle nostre poste queste sono 10 volte più grandi. Diciamo che le nostre sono il loro sgabuzzino. All’interno delle poste c’era anche il museo del francobollo.


Il museo dei giochi si trova dietro la cattedrale di Vilnius e ho deciso di lasciarlo per ultimo giusto per cercare un po’ di svago prima della partenza. Si passa dai vecchi giochi in legno lituani, a quelli più moderni con il flipper, il calcetto balilla, ai più classici come la dama o gli scacchi. È un bellissimo posto, dove si torna piccoli.

Rientro in hotel, ritiro la valigia, chiamo un taxi e lascio l’hotel dirigendomi verso l’aeroporto. A guardarlo bene non sembra un aeroporto di una capitale europea: è davvero piccolo ma accogliente. Ci sono negozi di souvenir ovunque e il personale è molto simpatico. Mi dirigo verso il gate, mi siedo e aspetto che aprano per l’imbarco. Intanto riguardo le foto e ripercorro questa bellissima settimana trascorsa nel fresco di due delle tre Repubbliche Baltiche, aspettando di completare il giro presto; penso anche al caldo che mi aspetta in Italia e che preferirei decisamente rimanere qui.

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