A guardarla da lontano, il suo campanile più alto sembra la Mole.
Una delle sue piazze principali sembra piazza San Carlo.
Ma no, non sono a Torino. Siamo sì in Piemonte, ma a Novara.
A circa 50 km da Milano, Novara si trova sul confine con la Lombardia. Raggiungibile sia in treno che in macchina, la si gira in poche ore. Se arrivate in macchina non potrete non notare le infinite distese di risaie che circondano le strade sia provinciali che statali.
Ma non perdiamoci in chiacchiere: cosa si può fare e vedere a Novara in una gita pomeridiana o di un intera giornata?
Se arrivate in macchina vi consiglio di lasciare la macchina in zona Parco dei Bambini: un'area verde immersa nella città. Piccola camminata fino ad arrivare ad un vialone pedonale alberato che costeggia le mura del castello.
Al mio arrivo il castello era chiuso perchè viene aperto solo in occasioni particolari, eventi o show. Il Castello, detto anche Visconteo o Sforzesco, ha origini molto antiche. La sua datazione ufficiale si attesta intorno al XIV - XV secolo, la sua storia è ben più antica. Nello stesso luogo sorgeva in epoca celtica una costruzione e poi in epoca romana un altro edificio, realizzato con ciottoli di fiume e i cui resti sono interrati sotto il cortile centrale. Ma è nel Medioevo che il Castello di Novara prende forma per come è oggi arrivato a noi ma sfortunatamente oggi rimane in piedi solo la Rocchetta.
Questo castello si erigeva sulle antiche mura romane e utilizzava il fossato della vecchia cinta muraria per la propria difesa; venne modificato diverse volte, ma mantenne sempre la sua funzione militare-amministrativa di dominio della città di Novara.
Dati i rapporti stretti di Novara con i Visconti di Milano, si sviluppò un vero e proprio castello. La torre venne incorporata e ribattezzata la Mirabella. Una successiva e consistente evoluzione del castello avvenne per opera del vescovo Giovanni Visconti che si era impadronito della Signoria di Novara e poi di quella di Milano.
Come ogni castello che si rispetti ha delle leggende: la più celebre narra dell'esistenza, nei sotterranei del maniero, di un prezioso cavallo d'oro realizzato da Leonardo da Vinci. Il cavallo d'oro commissionato da Ludovico il Moro in onore di suo padre, Francesco Sforza, vide Leonardo da Vinci spendere tutte le sue energie per un'opera mai esposta al pubblico. Solo Ludovico sapeva dove era posizionata e nessuno tutt'ora lo sa perchè venne fatto prigioniero nel 1500 dai francesi e non svelò dove fosse il cavallo e se fosse realmente esistito.
Seconda leggenda sulle mura del castello riguarda un fantasma, questa volta un fantasma donna, Bianca di Savoia, moglie di Galeazzo II Visconti che uccise quest'ultima e in occasione dell'anniversario della morte lo spettro della dama ricompare. Ma come? Con delle macchie di sangue sulle scalinate interne del castello.
L'ultima e la più particolare è quella che riguarda il ritrovamento di giocattoli in una collinetta vicino al castello. Si tramanda da tempo che qui i bambini scavassero durante i loro momenti di svago e trovassero dei giocattoli provenienti molto probabilmente dai cunicoli e dai passaggi segreti che portavano al castello. E la domanda che tutti si fanno è: perchè far ritrovare dei giocattoli? E perchè dei giocattoli dal castello?
Proprio davanti al castello si trova una piazza adibita a parcheggio, circondata da portici dove poter fare aperitivo per poi condurci alle vie del centro, dove potrete fare un po' di shopping e godervi varie esibizioni di artisti di strada.
Il Duomo di Novara anche conosciuto come Cattedrale di Santa Maria Assunta, fu progettato nel XIX secolo abbattendo la precedente cattedrale romanica consacrata nel 1132, di cui rimane il pavimento a mosaico del presbiterio. La chiesa è davvero immensa, al mio arrivo erano presenti delle impalcature date le opere di ristrutturazione, ma si riusciva ad intravedere i magnifici affreschi, l'immenso altare e altrettanto immensi pilastri color giallo ocra.
L'esterno è un tutt'uno di porticati e colonne che conducono tutte all'ingresso del Duomo. Nello stesso cortiletto è presente anche il battistero dove all'intero viene rappresentata la più antica costruzione religiosa della città nonché una delle più antiche del Piemonte. L'edificio è a base ottagonale e conserva affreschi dell'XI secolo raffiguranti temi dell'Apocalisse e del XVI secolo riguardanti il Giudizio Universale.
Poco lontano dal Duomo è presente, in un graziosissimo cortile, il Broletto: complesso di quattro edifici medioevali, appartenenti ad epoche diverse, posti attorno ad un cortile centrale, detto arengo. È presente anche il Palazzo del Podestà. Il Broletto fulcro della vita civile cittadina durante il Medioevo ed in seguito adibito a carcere, è stato completamente restaurato in occasione dei 150 anni dell'unità d'Italia. Ospita la Galleria d'Arte moderna Paolo e Andrea Giannoni.
Appena usciti dall'ultimo porticato del Broletto si inizia ad intravedere una cupola. Si tratta del campanile della Basilica di San Gaudenzio. La cosa che si nota di più è sicuramente il campanile. La cattedrale ha la facciata gialla e l'interno non è grande come ce lo si aspetta. La cupola invece è qualcosa di immenso e spettacolare. Alta 126 metri, ha un peso di oltre 5500 tonnellate ed è costruita interamente in mattoni. Sulla cuspide si trova una statua dorata del Salvatore, copia dell'originale conservato all'interno della basilica.
Da circa 5 anni sono aperte le visite che partono dalla base della cupola fino ad arrivare in cima per ammirare non solo la storia della chiesa ma è anche possibile visitare la "sala del compasso" dove si trova un compasso in legno lungo 11 metri usato dall' Antonelli, il costruttore dell'edificio, per disegnare le volte che sorreggono cupola.
Ultima ma non meno importante, provare il gelato a Macab. Ebbene si, ho avuto l'occasione di assaggiare e gustarmi il gelato in questa piccola gelateria in pieno centro. Non fatevi scoraggiare dalla fila, il gelato è davvero speciale.
Gusti che vi consiglio? Cioccolato e mela cotta oppure cioccolato limone-basilico. Super freschi e super estivi.